La capacità agricola della terra sarebbe sufficiente a sfamare tutti i suoi abitanti,invece una fetta consistente della popolazione mondiale soffre la fame,anche all’interno dei paesi più ricchi.
FOOD NOT BOMBS si batte per un uso più equo e razionale delle risorse alimentari a livello globale e locale, e contro gli sprechi dovuti alla produzione di cibo di origine animale. Inoltre si batte per la totale riconversione delle spese militari a favore di politiche contro la povertà.
La pratica politica di FOOD NOT BOMBS consiste nel recuperare cibo scartato dall’industria e dalla grande distribuzione alimentare e offrire pasti vegetariani gratuiti nelle strade, ai poveri, ai senzatetto e in presidi e manifestazioni.
FNB viene fondato nel 1980 negli Stati Uniti da un gruppo di attivisti del movimento antimilitarista, ed è ora presente in tutto il mondo.
FOOD NOT BOMBS
Il pugno chiuso è levato verso l’alto, ma nella mano viene stretta una carota. E’ il simbolo di Food not bombs, cibo non bombe, un movimento non violento nato negli Usa nel 1980 a partire da un gruppo di persone che stavano lottando contro le centrali nucleari e il potere militare,e che oggi conta 200 gruppi di attivisti sparsi in tutto il mondo,dall’Europa al Giappone. Food not bombs lavora in collaborazione con altri gruppi come Eart First! Anarchist black cross, Homes not jails, Anti racist action, In defense of animals, the Free Radio Movement. Una delle principali attività di Food not bombs è servire cibo gratis, a partire da materie prime che provengono dall’enorme surplus prodotto nelle nostre società occidentali. Ciascuno di noi butta via circa un centinaio di chili all’anno di cibo che potrebbe essere invece utilizzato in altro modo.
Questo accade perché molte derrate scadono prima che vengano acquistate, altre perdono freschezza nei frigoriferi solo perché molta gente tende istintivamente a creare delle riserve, anche se è evidente che nel periodo storico nel quale ci troviamo questo non è più necessario. Non solo: a causa di una offerta varia, presente 24 ore su 24 e invadente, si tende a comperare molto di più di quanto sia necessario e di quanto ci si possa effetti permettere. In compenso, anche nelle nostre grandi città,ci sono numerose persone che soffrono a tutti gli effetti la fame,in molti casi periodicamente, in alcuni cronicamente. Food not bombs prepara e serve cibo per le strade, nei parchi, nei centri sociali o durante le manifestazioni come forma pratica di sostegno, non come atto simbolico. A Seattle per esempio viene servita una cena ogni giovedì, ma viene anche organizzato un mercato gratuito ogni sabato.
Food not bombs è diversa da altre realtà di aiuto di tipo caritatevole. Dando cibo gratis in spazi pubblici,vuole sottolineare che esiste di fatto una elevata esigenza di cibo, dunque c’è fame, anche in Paesi apparentemente ricchi,nei quali una enorme quantità di alimenti viene sprecata per ragioni commerciali ed economiche,quali per esempio quella di eliminare le sovraproduzioni di frutta e verdura solo per fare in modo che ci sia sempre meno merce di quella che viene potenzialmente richiesta, il che permette di tenere alti i prezzi. I gruppi agiscono in modo autonomo e indipendente, ma ci sono alcuni principi di unità: il riciclo del cibo:la materia prima viene recuperata da negozi, magazzini, produttori che altrimenti se ne sbarazzerebbero (per esempio perché scade dopo due giorni, oppure perché il prodotto non raggiunge gli standard di qualità desiderati per essere venduto al suo prezzo abituale).
– la relazione tra le persone che partecipano: Food not bombs non riconosce il ruolo dei leader e include chiunque nel processo decisionale,che è basato sul metodo del consenso,non su quello della maggioranza, il che permette di risolvere conflitti e problemi attraverso la negoziazione e il compromesso e non tramite la censura e la supremazia
– non violenza: Food not bombs parte dal presupposto che la nostra società è dominata dalla violenza,e relega milioni di persone alla povertà,mentre pochi accumulano impressionanti quantità di ricchezza. Anche l’industria alimentare predica la violenza. Provoca le sofferenze di milioni di animali,inquina la terra e l’acqua,ci fa ammalare,e permette lo spreco di tonnellate di cibo solo per assicurare profitti.
– uso, preferibilmente, di cibo vegano o vegetariano:proprio per sottolineare la necessità di ripensare il nostro rapporto con le risorse naturali e con gli altri esseri viventi,cerca di recuperare cibo biologico e se possibile vegano (senza derivati animali) o vegetariano (senza carne).
Questo senza esagerare, in quanto si ritiene che, in caso di donazioni, queste vadano comunque utilizzate. Lo spreco è in ogni caso molto peggio.
Se molta più gente fosse vegetariana in ogni caso, si potrebbe incoraggiare una agricoltura estensiva e organica,al posto di quella intensiva e industriale. In questo modo si potrebbe decentralizzare la produzione del cibo, e democratizzare il controllo della produzione,oltre a ripristinare l’ambiente . Lo spauracchio della carenza di cibo,che è sempre stato utilizzato per giustificare metodi di produzione violenti per l’uomo, gli animali e la natura, è falso. L’uomo e l’umanità può vivere con molto meno di quanto consuma ora. La fame dipende da scelte sbagliate di organizzazione economica, e da politiche di aiuto scriteriate che hanno portato inutilmente a morire milioni di persone.
Per saperne di più:www.foodnotbombs.net
PERCHE’ FOOD NOT BOMBS?
FOOD
Il mondo produce abbastanza cibo per sfamare l’intera popolazione se distribuito equamente. Esiste un’abbondanza di cibo; in America soprattutto, ogni giorno ed in ogni città viene scartata un’enorme quantità di alimenti che sarebbe sufficiente a risolvere i problemi di coloro che non ne hanno abbastanza.
Prima che il cibo arrivi sulla tavola, viene prodotto e lavorato da industrie e aziende, che ne scartano un’ingente quantità per assurde ragioni commerciali ed economiche. In ogni città, infatti, almeno il 10% dei rifiuti solidi è costituito da alimenti scartati ed è incredibile se si pensa che ogni anno mediamente si eliminano 23 miliardi di kg di cibo, 100 kg a persona circa. Le stime indicano che solamente 2 miliardi di kg di cibo sono sufficienti a sfamare completamente l’America e vi è chiaramente un’abbondanza di alimenti utilizzabili e recuperabili che vengono sprecati.
Per recuperare questo cibo utilizzabile per sfamare le persone, occorrono 3 elementi fondamentali: il primo consiste nel raccogliere gli alimenti, in secondo luogo prepararli in modo tale da poterli consumare con facilità, infine, il cibo deve essere reso accessibile alla gente da sfamare. Il motivo per cui ciò non viene attuato è caratterizzato dal fatto che all’interno della nostra società pare una cosa normale l’arricchirsi a danno dei poveri.
Attualmente, secondo i dati offerti da Harvard School of Public Health, le famiglie appartenenti alla cerchia della povertà (con un reddito annuo pari a meno di 9000 $) restano senza cibo almeno una volta al mese, ed il 15 % di questi sono anche senza dimora.
Sembra assurdo ma la maggior parte dei cosiddetti "Affamati" hanno visto peggiorare le loro condizioni vitali; si è riscontrato infatti che tra le vittime vi sono:
· i giovani: il 40 % è rappresentato da bambini
· i poveri: il 40 % è presente all’interno del gruppo degli individui più poveri del paese
· i lavoratori: il 60 % delle famiglie povere include lavoratori "affamati", il cui n° è incredibilmente aumentato
· le donne: il 50 % delle famiglie povere è guidato dalle donne
Chiaramente le persone delle suddette categorie non sono solamente gli stereotipi degli individui che vivono sulla strada come i media fanno solitamente credere, bensì la cerchia è molto più vasta e comprende bambini, donne, disabili, ecc..
Oltre ad invitare al recupero del cibo sprecato, FOOD NOT BOMBS sostiene il vegetarianismo; se tutti gli individui fossero vegetariani, si potrebbe utilizzare il terreno destinato agli allevamenti per coltivare colture vegetali, aumentando così la mole di cibo utile a sfamare l’intera popolazione mondiale. La maggior parte degli allevamenti utilizza sostanze nocive sia alla salute umana che all’ambiente; dunque il vegetarianismo rappresenta una scelta saggia sia da un punto di vista salutare che ambientale.
Mentre spingiamo a favore di una dieta vegetariana per ragioni politiche ed economiche, risulta molto più semplice preparare il cibo atto a risolvere i numerosi problemi di distribuzione equa di questo tra l’intera popolazione.
NOT BOMBS
Ci vorrebbe molta immaginazione ed azione per ottenere un mondo privo di bombe.
FOOD NOT BOMBS sostiene totalmente la propria lotta contro il militarismo per mezzo di dimostrazioni ed eventi atti a sensibilizzare le altre persone. Portiamo inoltre il nostro messaggio agli altri movimenti paralleli alla nostra azione diretta, collaborando durante eventi e dimostrazioni, quando possibile. Lavoriamo anche contro la prospettiva di scarsità che fa sì che la gente tema la collaborazione con questi gruppi, poiché si tende a preservare le proprie risorse per paura di perderle, quando al contrario un’azione comune sarebbe molto più utile.
Essere attivi con la distribuzione del cibo è uno dei nostri obiettivi, spesso organizziamo presidi e crediamo sia una buona riuscita, diciamo una necessità. Nonostante FOOD NOT BOMBS attinga le risorse da distribuire da piccoli commerci locali, svolge comunque una buona ed utile attività al fine di evitare lo spreco sconsiderato di cibo. Chiaramente è uno dei nostri obiettivi principali, come durante l’annuale Peace Encampment sponsorizzato da American Peace Test presso il Nevada Nuclear Weapons Test Site.
DA DOVE DERIVA IL NOME "FOOD NOT BOMBS"?
Durante il 1980 un gruppo di individui attivi nella protesta contro il potere nucleare di Seabrook e il rapporto tra questo ed il militarismo. Una delle nostre attività riguarda la scrittura con bombolette spray di slogan anti-guerra ed anti-nucleare sui muri pubblici della città, ed uno degli slogan più gettonati era "MONEY FOR FOOD NOT BOMBS" sui muri circostanti alcuni negozi di alimentari. Al termine di una notte trascorsa a scrivere sui muri della città, ci venne l’ispirazione di utilizzare lo slogan FOOD NOT BOMBS per rendere il nostro messaggio ancor più chiaro ed esplicito da un punto di vista politico e sociale.
SETTE TAPPE PER ORGANIZZARE UN’ATTIVITA’ FNB A LIVELLO LOCALE
A prima vista, iniziare questo tipo di attività ti potrà sembrare un’operazione fuori dalla tua portata. Lavora dalle attività basilari, compiendo un passo dopo l’altro. Non c’è bisogno di sentirsi sotto pressione per portare a termine tutto subito…per iniziare a vedere buoni risultati dovrai aspettare settimane, forse addirittura mesi!!!! Una singola persona non può costituire un gruppo Food Not Bombs, ma ne può benissimo essere l’iniziatore.
Una volta presa la decisione di organizzare un gruppo di lavoro FNB, fissa una data per un appuntamento o sit-in in modo da raggruppare tutte le persone interessate all’attività ed a ciò che hai intenzione di dire. Potresti iniziare con un gruppo di amici o con membri di un gruppo preesistente, come con persone che hanno risposto ad annunci da te precedentemente diffusi.
Qui di seguito ti forniamo una lista che segue passo per passo le fondamentali tappe per organizzarti. A causa della tua specifica situazione, potrai decidere di aggiungere, ignorare o riorganizzare alcune tappe. Segui il percorso che dunque pensi essere adatto al tuo specifico gruppo!!!!!!!!
1) Inizia con il fornire un numero telefonico o un indirizzo per eventuali contatti, lasciando eventualmente un messaggio nella segreteria telefonica in grado di dare informazioni necessarie al meeting che stai organizzando.
2) Stampa volantini che annuncino la formazione di un gruppo FNB nella tua località. Affiggendoli e distribuendoli agli eventi che ritieni adatti a tale "pubblicità", potresti sempre trovare dei volontari che potrebbero darti una mano. E’ necessario avere un calendario fisso e rigoroso riguardo alla programmazione delle vostre iniziative.
3) Trova il modo di avere sempre a disposizione un veicolo. Sarebbe necessario un numero di autovetture in grado da poter essere utilizzato da ogni membro del gruppo, anche essendo in affitto o in prestito da qualche associazione simpatizzante. Se non sei così fortunato da metterne a disposizione uno subito, usa i fondi ricavati da precedenti iniziative per comprarne o affittarne una il più presto possibile.
4) Volantini e permessi adeguati alla mano, inizia a "cercare cibo" nel vero senso della parola. I primi luoghi da consultare sono i negozi e gli spacci gestiti da cooperative della tua zona. Tali luoghi tendono sempre a supportare iniziative come la tua. Esponi il vostro programma per aiutare i bisognosi ed i senza tetto raccogliendo la maggior quantità di cibo possibile in luoghi come quello in cui vi trovate, e chiedi se la società alla quale vi siete rivolti sia disposta a darvi una mano. Una volta ricevuto il consenso, programmate delle date per poter effettuare una prima raccolta di viveri necessari. Dove pensate sia il caso, lasciate materiale informativo riguardante Food Not Bombs.
5) Consegnate il cibo ai bisognosi, clochards, senza tetto ed alle mense per poveri presenti nella vostra zona. E’ importante sapere dove sono dislocate le mense ed i centri di sostegno per senza tetto nella città dove vivete, così da poter permettere uno svolgimento più rapido e sicuro delle consegne nei giorni prestabiliti. Dove esse sono dislocate, di quanto cibo necessitano e chi servono sono informazioni fondamentali da acquisire per la vostra opera. Stabilite così un fisso calendario per le consegne con le cucine che avete deciso di rifornire.
6) Una volta creata una fitta rete di rifornimenti, separate il cibo destinato alle mense da quello che potrete cucinare e distribuire direttamente nelle strade ai bisognosi. Siate presenti ad ogni evento o dimostrazione di piazza, dove potrete informare altre persone alla vostra attività. Dovete supportare la vostra causa in ogni modo, mediante azioni dirette.
7) Una volta aiutati da un numero cospicuo di persone, organizzate sit-in settimanali per la distribuzione del cibo nelle strade. Cucinare e servire piatti caldi direttamente in piazza è sicuramente un duro lavoro, ma può anche essere molto divertente… Dovrete scegliere luoghi in vista e centrali nella vostra città, perché uno degli scopi principali della vostra missione è di rendere visibili quei clochards e senza tetto che prima erano chiusi nell’ombra dei loro tuguri nelle periferie estreme, lontani dalla "vita" cittadina quotidiana.
PER INFO:
milano.foodnotbombs@autistici.org
Bello il sito!!
Massimo rispetto per chi si sbatte per un giusto ideale!!
Avevo già sentito parlare della cosa, ma non sapevo che anche a milano ci fosse una realtà FNB!!
io conoscevo un altro indizzo: milano.foodnotbomb@libero.it… ci sono altre realtà FNB a milano???
Ciao
canepazzo